• Articolo tratto dal libro "Costruisci la tua corsa" di Sergio Migliorini e Lisa Migliorini, allegato a Runner's World - aprile 2018

Il modo più efficace per ridurre gli infortuni da sovraccarico nel running è quello di migliorare la tecnica di corsa valutando la biomeccanica della corsa.

Il “modo di correre” è individuale ed è il frutto degli insegnamenti tecnici che il runner ha avuto o non avuto, delle caratteristiche anatomiche, della estensibilità muscolare e della mobilità articolare.

Correre in modo corretto vuol dire soddisfare tre esigenze: sfruttare le possibilità di spinta, ridurre al minimo la decelerazione nella fase di appoggio, evitare inutili e dispendiosi movimenti del tronco (oscillazioni laterali) e degli arti. La posizione del busto dev’essere eretta e l’appoggio del piede non dev’essere troppo anteriore rispetto alla proiezione del baricentro sul terreno, per evitare sollecitazioni eccessive sull’arto inferiore (vedi le illustrazioni in fondo a questo articolo).

L’incapacità di dissipare a livello degli arti inferiori le forze di carico sull’apparato locomotore può favorire la trasmissione delle sollecitazioni in via ascendente sino a ginocchio, anca e colonna lombosacrale.

La corsa “ad alto impatto” e ad andatura lenta, tipica dei runners che cominciano ad allenarsi per la maratona, comporta al momento del contatto del piede al terreno una flessione del ginocchio inferiore ai 30 gradi che favorisce la frizione della bandelletta ileotibiale (BIT) contro l’epicondilo laterale del femore.

 

L'AZIONE DI CORSA OTTIMALE


Le due illustrazioni che seguono contengono i disegni e le note che descrivono la biomeccanica della corsa.
(clicca per ingrandire)

 

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